Se si vuole conoscere un paese o una città si deve girare a piedi, lentamente guardandosi attorno, solo così ci si può trovare di fronte ad angoli che prima non si conosceva o dei quali si era solo sentito parlare. Lungo i confini della nostra cittadina si possono trovare scorci del passato e luoghi che mantengono le tracce del tempo.
Così, andando a spasso per Arcore, in Frazione la Cà puoi raggiungere la zona del Taboga.
Se percorri via XXIV Maggio ti trovi sulla sinistra l’edificio, sede della Protezione Civile e i giardinetti pubblici (entrambi necessiterebbero di una sistemata).
Proseguendo sulla strada, sempre sulla sinistra subito dopo la chiesetta di San Giuseppe troviamo un’altra struttura che dalla documentazione pubblicata nel 2016 sul sito istituzionale risulta essere di proprietà dell’Ente Comunale. Se è così ci troviamo difronte ad un altro edificio che, visto da fuori necessita di un intervento di manutenzione.
Continuando a camminare sulla strada, che inizia a scendere gradualmente si arriva all’area rurale dei Mulini, che tutti conoscono meglio col nome di Taboga.
E’ una proprietà privata e ci ero già stata anni fa. Ho sempre desiderato tornarci così ho chiesto il permesso al proprietario e ho portato con me alcuni amici.
Chi come me ama la vita rurale può facilmente comprendere l’emozione di trovarsi tra i rossi mattoni delle cascine ormai diroccate, i ferri battuti di ciò che rimane dei balconcini, vi si trovava anche un cancello di ferro battuto che è stato indebitamente sottratto. (gentaglia)
L’Osteria del Taboga con il suo colore giallo tipico delle cascine lombarde ormai sbiadito dalla patina del tempo.
Qui un tempo passava la roggia che alimentava i Mulini come si vede in questa pianta d’epoca.
Per la difesa idraulica dell’abitato, nel 2020 è stato previsto un intervento per il ripristino della roggia di Molino Taboga.
E poi il Lambro, il nostro fiume, che scorre oltre le case.
Memorie passate che sicuramente torneremo a visitare.