Ad Arcore ci risiamo, dopo il Natale anche la Via Crucis di Pasqua viene strumentalizzata politicamente dalla Chiesa.
Una Chiesa che nel corso dei secoli riafferma il suo potere ecumenico, su questo non c’è dubbio, ma anche una Chiesa che non esita a fare politica attraverso le tradizioni cristiane. Si stanno riscrivendo Testi Sacri per un’ennesima volta dandone un’interpretazione che, per quanto attuale, non tiene conto di tutti ed è discriminatoria.
A dicembre la rappresentazione della Natività su un barcone attorniata dai migranti, oggi la Via Crucis con ragazzi del gruppo missionario giovani travestiti da migranti.
Il prete ha sbagliato? No. Il prete ha fatto il prete. Si è occupato della carità, dell’amore per il prossimo e la rappresentazione della via di dolore è stata riprodotta percorrendo la difficile storia che accompagna le migrazioni.
Possiamo contestare il messaggio? No, tuttalpiù gli si può ricordare anche gli altri derelitti ma, pare che non esista nessun altro bisognoso se non i migranti.
Non sarebbe opportuno sensibilizzare anche per gli “ultimi” che non arrivano alla fine del mese, anziani soli, poveri, giovani in difficoltà? Ci occupiamo dei mali del mondo, forse per non vedere i nostri.
A mio parere, questa una vera e propria strumentalizzazione politica, in questo modo i migranti vengono usati per fare politica dalla Chiesa e per indurre il popolo credente ad accettare incondizionatamente questa invasione che vede solo l’8% dei richiedenti asilo riconosciuti come profughi e il 92% di persone che non hanno diritto a stare sul suolo italiano.
Bisognerebbe ricordare, al nostro parroco, che in questo modo sostiene la clandestinità che se non sbaglio è ancora un illecito.
Nulla resta da aggiungere se non l’augurio di una buona Pasqua alle famiglie